Il blog personale di Castellani Davide

Categoria: Italiano

Opinioni sul libro Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Opinioni sul libro Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Oggi vi presenterò i miei pensieri riguardanti ad un classico della letteratura: Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.

La mia riflessione su questo libro si baserà su un’aspetto: l’evasione interiore.

NOTA

Su questo articolo non ci sono parti del libro, ma solo alcune riflessioni dell’autore. Attenzione potrebbero esserci degli spoiler.

Argomenti in sintesi

In questo articolo vi spiegherò:

  • L’evasione interiore nel libro
  • Opinioni personali sull’evasione interiore

L’evasione interiore nel libro

Ho voluto parlare di quest’argomento, perché nel libro viene raccontata la ragione per cui un uomo gentile e generoso, com’è Jekill abbia cercato di far emergere il suo lato più oscuro, il Signor Hyde.

Questo aspetto, a parer mio, viene evidenziato nella dichiarazione che Jekill fa al suo amico Utterson.

Jekill spiega che lui, in quanto uomo, aveva dei desideri, delle necessità. Alcune potevano essere svolte senza nessuna conseguenza negativa, altre, invece, dovevano essere nascoste per preservare la sua reputazione.

Per questo motivo fece degli studi e degli esperimenti su come poter separare queste sue due personalità.

Ad un certo punto, racconta Jekill, riesce a fare una soltanza che gli permetteva di diventare un’altra persona, il signor Hyde, a cui poteva fare tutti i suoi sfizi. All’inizio la situazione era solo che vantaggiosa per Jekill, in quanto lui poteva essere sollevato dai suoi desideri, che svolgeva sotto un’altra identità, incoducibile a lui.

Col tempo, però scopre che il signor Hyde, rappresentativo dei vizi, prende il soppravvento, fino a far quasi scomparire Jekill.


Opinioni personali sull’evasione interiore

Io ritengo che l’evasione interiore sia un’aspetto della vita molto delicato da trattare. Questo aspetto è dovuto, a parer mio, dal fatto che, vivendo in una società, ci sono delle regole, sia legali, che morali.

Queste regole servono per regolare la vita della gente, e per poter vivere in sicurezza. L’aspetto negativo è il fatto che limitano le azioni dell’uomo, trasformado esse in un desiderio irraggiungibile.

Certe persone, come nel libro Jekill prima dell’avvento di Hyde, cercano di fare queste mosse di nascosto, sfuggendo il più possibile dalle regole. Inoltre una certa quantità di questo gruppo, come nel libro, provano un piacere tale nel sentirsi liberi, da non riuscire più a fermarsi, sfociando, anche, in atti criminali.

Le altre persone, invece, nascondono questo desiderio in sé stessi. Ciò comporta una esteriorie correttezza nei vari aspetti della vita, ma una profonda infelicità che non verrà mai soddisfatta.


Conclusioni

Spero che questo argomento vi sia piaciuto.

Nel caso vogliate contribuire, potete lasciare un commento ed iscrivervi alla newsletter.

Opinioni sul libro I segreti di Nicholas Flamel l’immortale L’incatatrice

Opinioni sul libro I segreti di Nicholas Flamel l’immortale L’incatatrice

Oggi vi presenterò i miei pensieri riguardo ad un argomento del terzo libro di questa serie.

La mia riflessione su questo libro si baserà su un’aspetto: la fedeltà.

NOTA

Su questo articolo non ci sono parti del libro, ma solo alcune riflessioni dell’autore. Attenzione potrebbero esserci degli spoiler.

Argomenti in sintesi

In questo articolo vi spiegherò:

  • La fedeltà nel libro
  • Cos’è la fedeltà?
  • Opinioni personali sulla fedeltà

La fedeltà nel libro

Ho voluto parlare di quest’argomento perché ad un certo punto del libro viene raccontato che ci sono delle creature che sono molto fedeli, ma non molto intelligenti.

Da quella descrizione, da me riassunta in una riga, ho iniziato a riflettere sul valore della fedeltà.


Cos’è la fedeltà?

La fedeltà è una virtù, ovvero un pregio che vincola un soggetto ad un’altro.

Questo vincolo non è né un contratto né nessun obbligo per cui si deve per forza fare qualcosa.

Infatti questo vincolo è basato unicamente sulla fiducia, su un’obbligo più morale che forzato.


Opinioni personali sulla fedeltà

Io ritengo che la fedeltà sia uno degli aspetti che dev’esserci in una persona per creare un sentimento di fiducia.

Ovviamente non dev’essere totale come nel libro, ma dev’esserci quella sensazione di essere sicuri con l’altra persona.

Un esempio di come la fedeltà influenzi un legame si ha, più che con gli umani con gli animali.

Per esempio il cane, considerato il migliore amico degli uomini, ha come aspetto molto presente la fedeltà nei confronti del padrone.


Conclusioni

Spero che questo articolo sia stato ricrativo.

Nel caso vogliate vi invito a lasciare un commento con la vostra opinione sulla fedeltà.

Vi ricordo inoltre di iscrivervi alla newsletter, così da non perdere nessun nuovo articolo.

Opinioni sul libro I segreti di Nicholas Flamel l’immortale Il mago di Michael Scott

Opinioni sul libro I segreti di Nicholas Flamel l’immortale Il mago di Michael Scott

Benvenuti in questa terza riflessione. Tranquilli il blog non sarà riempito solo da riflessioni su vari libri.

NOTA

Su questo articolo non ci sono parti del libro, ma solo alcune riflessioni dell’autore. Attenzione potrebbero esserci degli spoiler.

La mia riflessione su questo libro si baserà su un’aspetto: l’invidia.

In questo libro l’invidia si trova quando la sorella, tra i due protagonisti, riesce ad acquisire molto più potere rispetto al fratello.

Ovviamente l’invidia, in questo caso è da parte del fratello. Ma non solo…


Ma che cos’è l’invidia?

L’invidia è un sentimento secondario, ovvero non diretto.

Essa è provocatata dal desiderio, insoddisfatto, di poter possedere un’oggetto o un’abilità che possiede qualcun altro.


Il fratello vista la sua profonda invidia tende a separarsi dal profondo legame con la stireria, in quanto non ritiene che lei sia più la stessa.

Oltre alla separazione il fratello commetterà parecchi errori pur di riuscire ad essere “al livello della sorella”.

Alla fine si scoprirà che il potere acquisito non è un vero e proprio dono, ma una sorta di condanna.

È quì che si scopre che anche la sorella era invidiosa del fratello in quanto lui non doveva sopportare tale incarico.

Grazie a questo chiarimento i due fratelli riusciranno a riunire le forze e la loro relazione.


E voi che cosa pensate approposito dell’invidia?

Fatelo sapere a me e a tutti gli altri lettori scrivendo nei commenti.

Opinioni sul libro I segreti di Nicholas Flamel l’immortale L’alchimista di Michael Scott

Opinioni sul libro I segreti di Nicholas Flamel l’immortale L’alchimista di Michael Scott

Benvenuti in questa seconda riflessione. Tranquilli il blog non sarà riempito solo da riflessioni su vari libri.

NOTA

Su questo articolo non ci sono parti del libro, ma solo alcune riflessioni dell’autore. Attenzione potrebbero esserci degli spoiler.

La mia riflessione su questo libro si baserà su un’aspetto: la fiducia.

In questa storia i due protagonisti Sophie & Josh Newman si pongono più volte la seguente domanda, come posso sapere di chi fidarmi.

Tra di loro, inizialmente non ci furono particolari problemi, ma non riescono a capire di chi si possono creare.

Negli studi di sociologia si è dimostrata l’esistenza di tre differenti tipi di fiducia:

  1. La fiducia simmetrica: ovvero verso la società in generale
  2. La fiducia personale: ovvero tra due individui
  3. La fiducia dell’autoreferenza: ovvero di sé stessi

Nella storia vengono messi in dubbio tutti e tre uno dopo l’altro.

Fiducia simmetrica

All’inizio della storia i protagonisti comprendono che il mondo che conoscono, e che conosciamo, è solo una piccola parte del modo realmente esistente.

Questa fiducia verrà riaquisita man mano anche se non del tutto, almeno nel primo libro, quando imparano a riconoscere il “vero mondo”.

Fiducia personale

Questo tipo di fiducia viene invece compromesso quando i que fratelli comprendono che non c’è un’unica possibile strada da percorrere.

In questo periodo dubitano di chi hanno conosciuto, cercano di comprendere in chi ci si possa effettivamente fidare.

Questo periodo finisce con la comprensione che effettivamente coloro che hanno accompagnato i due protagonisti sono “degli di fiducia”.

La fiducia dell’autoreferenza

Quest’ultima fiducia viene persa solo per poco tempo nella vicenda.

Quando i protagonisti comprendono che le loro capacità erano molto maggiori di quello che pensavano, essi si chiedono se ciò li ha resi delle persone diverse.

La fiducia dell’autoreferenza viene riacquisita quando comprendono che c’è stato un cambiamento, ma esso ha implicato solo una crescita.


E voi che cosa pensate approposito della fiducia?

Fatelo sapere a me e a tutti gli altri lettori scrivendo nei commenti.

Stagioni Diverse (Steven King)

Riflessioni riguardo al libro Stagioni Diverse di Stephen King

Riflessioni riguardo al libro Stagioni Diverse di Stephen King

Benvenuti in questa riflessione sul libro Stagioni Diverse di Stephen King.

NOTA

Su questo articolo non ci sono parti del libro, ma solo alcune riflessioni dell’autore. Attenzione potrebbero esserci degli spoiler.

In quanto questo libro è diviso in quattro macro-capitoli anche questa riflessione sarà divisa in quattro parti


L’eterna primavera della speranza

L’eterna primavera della speranza

In questo macro-capitolo mi ha meravigliato la tranquillità con cui è stata raccontata la vicenda.

Il narratore e protagonista secondario, Andy, racconta tutta la vicenda in modo molto tranquillo.

All’inizio non sembra molto chiara questa sua tranquillità, in quanto la storia è ambientata in carcere, con stupri,…

Al contrario si penserebbe più corretto un tono molto più duro, più “diffidente”.

Questo atteggiamento, secondo me, è dovuto, oltre al carattere del personaggio, molto meticoloso, anche dal finale del capitolo.

Alla fine del capitolo il narratore vuole cambiare, essere un uomo migliore.

Per fare ciò imita il carattere di un suo caro amico, e protagonista del capitolo. Cerca quindi di essere tranquillo e cauto come il protagonista della storia.

La motivazione della tranquillità di tutto il capitolo è non, solo, dell’ultima parte è che il racconto sarebbe stato scritto poco prima di uscire dal carcere, quindi già con un “comportamento ideale”.


L’estate della corruzione

L’estate della corruzione

In questo secondo macro-capitolo mi sono sorpreso come lo scrittore, Stephen King, sia riuscito ad inserire due differenti personalità nel protagonista. Infatti c’è un progresso di una delle due, fino al quasi sovrastamento dell’altra.

La vicenda parte con un ragazzo molto bravo e che si impegna molto in ciò che fa. Questo ragazzo ha una “passione” i campi di concentramento.

Per “caso” riconosce un ex-nazista, lo ricatta per sapere sempre di più sui campi di concentramento e non solo.

Quì cresce il suo lato “oscuro”, non è più il braccio ragazzo con ottimi risultati, ma è un maniaco a cui interessa solo sapere di più sul periodo di Hitler.

Questa sua ossessione, pian pianino, lo ha condotto ad un allontanamento dalla figura del bravo ragazzo.

Ad un certo punto, fingendosi, in mente sua, un nazista, inizia ad uccidere chi per lui erano un peso inutile per la società: i barboni.

L’abilità dello scrittore, secondo me, è stata nel contenimento, in pubblico, di questo suo carattere. Infatti riuscirà a nasconderlo fino alla morte del nazista che ha conosciuto.


L’autunno dell’incoscenza

L’autunno dell’incoscenza

In questo macro-capitolo ho riposto particolare attenzione alla rivalità/ paura che c’è tra i due fratelli: Vern e Billy.

Questa storia è concentrata su Billy, un delinquente.

Billy fa parte di una compagnia di malfattori. Il quel gruppo si rubava, si compiendo atto a delinquere, ecc.

Ad un certo punto della storia uccidono, addirittura, un uomo.

Il fratello Vern, il quale conosce sia la situazione del fratello che quella della compagnia viene a sentire, per caso dell’omicidio.

Sorprendente, a parer mio, è il fatto che non cerca di far incastrare il gruppo, a lui ostile, ma l’unica cosa che fa è di scappare.


Una storia d’inverno

Una storia d’inverno

Riguardo a quest’ultimo macro-capitolo la mia attenzione è stata rivolta all’entrata del protagonista nel club, aforisma della socializzazione.

Il protagonista di questa storia, David, viene invitato, ed accolto, da un club di anziani.

Il dubbio che gli è sorto è stato il disturbo che avrebbe provocato da un suo ritorno. Infatti teme di non essere ben accolto.

In seguito comprenderà che non era disturbante la sua presenza, al contrario era gradita.

Secondo me da quest’ultimo capitolo si può trarre una morale: non bisogna bloccarsi nel socializzare, al peggio si rischia di fare una brutta figura, al meglio di trovare un gruppo solidale con cui passare il tempo.


Spero che questa mia opinione su questo libro sia stata gradita.

Se per caso avete un’opinione differente, anche se solo parzialmente, potete scriverla nel box dei commenti.

Vi ricordo che potete iscrivervi per venire informati subito all’uscita di un nuovo articolo su questo blog.

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